11 settembre 2001, terrorismo e kamikaze
di Giuseppe Esposito
“Dove era Dio in quel momento?”
TERRORISMO, in questi giorni non si parla d'altro, per televisione, per strada, tra comitive, nelle chiese, in tutto il mondo. Stesso la parola fa impressione, crea terrore. Questo movimento vuole prendere il dominio, la politica, l’economia, il potere della terra. Il suo modo è contro qualsiasi forma di libertà e di pensiero religioso; seminando paura, impressione, e dunque terrore.
È l’argomento dei nostri giorni, è l’argomento dell’11 settembre 2001, è l’argomento della prima guerra del III millennio, è forse l'argomento dell'inizio di una nuova epoca.
L’11 settembre le torri gemelle crollano seppellendo circa 6 mila persone, oltra ai 300 pompieri che prestavano soccorso salendo nelle torri. Tutto ciò è accaduto a causa di 2 aerei che, a 18 minuti di distanza l’uno dall’altro, si sono schiantati sulle torri gemelle nel centro di New York. Per ore vengono sospesi tutti i programmi televisivi e ininterrottamente telegiornali e servizi speciali venivano trasmessi in tutto il mondo.
In molti ci siamo e si sono chiesti:
DOVE ERA DIO IN QUEL MOMENTO?
Questa domanda è comparsa ovunque in tutto il mondo, ai circa 6 miliardi di persone, ma in molti non sono riusciti a rispondere. Un cardinale di Roma ha detto che : «Dio era lì, Dio era lì come ora è qui, Dio è sempre stato e sempre sarà sulla terra, per il bene delle persone e no per il male; purtroppo ha sempre lasciato l’uomo libero, libero delle sue azioni e quindi per questo motivo è accaduta questa tragedia ingiusta per l’eccessiva libertà che tanti fattori hanno portato in un determinato uomo: Osama Bin Laden».
È proprio questa ingiustizia, questa gente morta per nessun motivo che ha condotto Bush, presidente degli Stati Uniti, a prendere posizione e decidere di eliminare il terrorismo e così ha preparato la guerra antiterroristica.
Questa catena di episodi, questa guerra, questa catastrofe, queste ingiustizie, sono frutti del terrorismo che giustamente deve essere eliminato. Un’azione Antiterroristica che parla di giustizia, rischia però di culminare nella vendetta. Il motivo è che bombe, proiettili e paura sono indirizzati maggiormente ai civili, e non ai terroristi che sapranno nascondersi; quindi non è una guerra ma sete di vendetta.
Una figura terroristica è il kamikaze: uomo che muore per la propria setta, per la propria divinità credendo di avere in cambio la vita eterna, un posto in paradiso, tutto un fatto irreale, che sa di diabolicità che cammina sotto il braccio del demonio. Questo personaggio, il kamikaze, che mette a repentaglio la sua vita, anzi la distrugge insieme a quella di altre persone innocenti.
Prima di partire per svolgere la propria missione, quella di andare incontro alla morte, deve svolgere un rito molto lungo, che consiste nel fare la doccia, cospargersi di acqua di colonia, preparare il vestito più elegante che possiede, controllare che lo stesso vestito sia pulito, leggere alcuni passi del Corano, pregare Allah, prepararsi e partire portando con se come arma un semplice coltellino.
Dopo varie ore questa persona è stata causa di un attentato, è morto sia lui che tante altre persone innocenti e ingiustamente.
Speriamo che con la prima guerra del terzo millennio venga distrutto il terrorismo, senza far più vittime ingiuste e in modo da vivere in questo mondo senza più paure e pericoli in un clima molto più pacifico e fraterno.