Giorni di sovrabbondante gioia a Montalto
di Giuseppe Esposito
Insieme per testimoniare l’amore di Cristo. Insieme come vivi testimoni dell’azione di don Gaetano Mauro. Questo è stato lo spirito che ha animato i tre giorni di ritiro a Montalto Uffugo (CS), dall’8 al 10 dicembre.
Ritrovarsi in più di sessanta, riuniti sotto lo stesso tetto, ed animati dagli stessi fraterni sentimenti è stata la più bella ed al contempo semplice scoperta.
Le comunità di Cannavò, Petilia Policastro, Villaricca, Montalto, Montalto Scalo, Cosenza, si sono ritrovate e ci siamo riscoperte tutte «membra vive» di un unico corpo: la comunità Ardorina.
La gioia ha caratterizzato ogni singolo momento dei tre giorni vissuti insieme. Giunti a Montalto, abbiamo preso parte alla felicità di Isaac Newton Erwaga, Carlos Emiro Semanate P. e di Luis Efrèn Alarcòn A. che proprio quel giorno festeggiavano la professione perpetua emessa da poche ore.
Abbiamo avuto, tra l’altro, la possibilità, in una delle dinamiche di gruppo, di incontrare i sacerdoti ardorini presenti e sottoporli ad una vera e propria raffica di domande. Ricordo con emozione il nostro momento con Padre Antonio De Rose, Superiore Generale, che ci ha pazientemente svelato gli aneddoti che hanno costellato la vita del servo di Dio Gaetano Mauro. La capacità di fare le cose ordinarie straordinariamente, così propria di Don Mauro ha colpito tutti nei racconti circa il completamento della chiesa di San Francesco da Paola; i suoi incontri con i giovani lavoratori a leggere le vite dei Santi perché ne seguissero l’esempio; la sua grande forza di volontà nell’intraprendere un cammino allora non facile. Pregare dinanzi alla sua tomba, con la sua coroncina della Santità, “aggiornata” da Padre Antonio, è stato come prendere coscienza ed affermare con forza che eravamo tutti lì perché c’era stato lui, perché lui aveva iniziato a tracciare quel sentiero su cui noi, oggi, procediamo fieri.
Tra i momenti più belli vissuti insieme è da ricordare l’Adorazione del sabato sera e la Messa della domenica mattina, cui hanno preso parte tutte le comunità presenti in un tripudio di gioia, di canti, di balli. Si, balli. Abbiamo danzato insieme, gioito per quell’amore che dalla sera prima, sprigionatosi con forza da Cristo Eucaristia, aveva avvolto noi tutti. Impossibile trattenersi. Impossibile non abbracciarsi tutti, fisicamente e spiritualmente, nel momento in cui il Superiore Generale, dopo una preghiera dei fedeli realizzata al momento con l’aiuto di una ragazza della comunità di Villaricca, ci ha invitati alla pace.
Emozionante sentire la sua voce che chiamava Padre Apollinaris, che giungendo dal fondo della chiesa ha abbracciato Padre Julio; abbraccio che per noi tutti ha voluto significare tanto: con quell’abbraccio hanno abbracciato ognuno di noi, ci hanno ricordato lo spirito missionario che deve sempre animare la nostra vita, le nostre scelte, per quanto possano essere difficili. Ci siamo ritrovati a Montalto l’8 dicembre, giorno carissimo a tutti gli Ardorini, e forte è stata la volontà, di ognuno di noi, di rinsaldare il patto che ci unisce l’uno all’altro. Per questo motivo l’associazione Aratro, di Villaricca, ha riproposto per i primi giorni di giugno un nuovo incontro interparrocchiale, per poter rivivere i giorni di gioia sovrabbondante donatici a Montalto. Nei nostri cuori le parole del decano che parlando dei suoi giovani disse:
«oggi che quei fanciulli sono giovani esuberanti di vita diciamo loro: Siate anime eucaristiche! Ecco la parola d' ordine che la sera dell' 8 dicembre rivolgemmo alla magnifica schiera di giovani che circondavano l' altare della Vergine, ed ecco il segreto di quella santa energia che dieci giorni dopo spingeva tutti loro a consacrarsi all'ARDOR».
Con questo stesso spirito ricorderemo il nostro ritiro a Montalto, il nostro «lasciare le preoccupazioni dietro le spalle» (come ci ha ricordato Padre Julio) e riscoprire noi stessi; riscoprirci amati di un amore infinito, consolati per ogni ferita, vivi in eterno, in Cristo, nell’esempio dell’amato Decano.